Venini: il vetro tra arte e design

Può diventare il vetro protagonista nella creazione degli oggetti di design? Secondo Paolo Venini e del brand da lui lanciato negli anni Venti del Novecento sì.

Parliamo di un materiale che rappresenta l’essenza della semplicità e che viene lavorato fin dalla notte dei tempi, soprattutto a Murano: isola felice della Serenissima che annovera i suoi mastri vetrai come uno dei patrimoni culturali più eccellenti.

Venini non ha rinnegato la tradizione veneziana, solo vi ha aggiunto ulteriore valore, chiamando a collaborare diversi nomi importanti dell’architettura e dell’arte

È così che ha introdotto articoli per l’arredo casa destinati a portare un messaggio nuovo, raffinato e iridescente. Dove il fuoco incontra l’aria, l’acqua e quel qualcosa di ineffabile che contraddistingue l’atmosfera di una delle città più amate su scala internazionale. 

Per oggetti che non passano mai di moda e arredano con eleganza, stupendo l’animo e l’intelletto ogni volta. Non potevano dunque mancare all’interno della proposta esclusiva di Tonelli.

Venini: origini di una fornace diventata “haute couture”

È il 1921 quando Paolo Venini, un avvocato milanese, avvia la propria impresa insieme a un antiquario visionario, Giacomo Cappellin. Nasce così la Vetri Soffiati Muranesi Cappellin Venini & C., sotto la direzione artistica di Vittorio Zecchin.

Nel 1925 Venini prende le distanze dal socio e avvia la Vetri Soffiati Muranesi Venini & C., insieme a un imprenditore dallo spirito artistico noto negli ambienti mondani dell’epoca, complice la stima che nutre per lui nientemeno che Gabriele D’Annunzio.

Il suo nome è Napoleone Martinuzzi ed è lui a introdurre delle lavorazioni speciali nell’ambito vetraio, concentrando l’offerta non solo su vasi ma anche su piante, animali e frutta stilizzati, nonché su manufatti pensati per l’illuminazione privata e pubblica.

Con l’abbandono di Martinuzzi, che decide di dedicarsi unicamente alla scultura, nel 1932 la direzione artistica della fornace passa nelle mani di due architetti: Tomaso Buzzi e poi Carlo Alberto Scarpa.

Parliamo di designer di grande talento: i primi della storia mecenatistica di Paolo Venini. A essi si aggiungono, nel Secondo Dopoguerra, Tyra Lundgren, Giò Ponti, Ken Scott e Fulvio Bianconi, solo per citarne alcuni.

Gli sviluppi successivi 

Nel 1959, in seguito alla scomparsa del fondatore, l’azienda passa nelle mani di sua figlia Laura e del genero Ludovico Diaz de Santillana

La direzione non cambia e tra le collaborazioni di eccellenza troviamo quelle con Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Tapio Wirkkala, Carlo Scarpa e Alessandro Mendini.

La scelta di questi nomi va di pari passo con le innovazioni tecnologiche conseguite dall’azienda nell’ambito del vetro, sotto suggerimento dell’ingegner Franceschini: uno degli uomini più fidati di Venini.

È così che prendono forma quei colori luminosi, pastellati e audaci tanto apprezzati a tutt’oggi, impiegati nel vetro massiccio come nella filigrana delicata e nella murrina: i due filoni percorsi dal brand nel dopoguerra.

1986. Siamo alla fine della nostra storia. Venini viene rilevata da Gardini e Ferruzzi, che ne mantengono l’identità originale. 

Nel 1993 Raul Gardini muore tragicamente. L’azienda viene rilevata dall’Italian Luxury Industries e nel 2016 dal Gruppo Damiani, di cui fa parte a tutt’oggi contribuendone al  successo. 

La selezione di prodotti Venini disponibile da Tonelli

Tonelli Home propone un’ampia selezione degli oggetti d’arte e design di Venini, disponibili sia in negozio che nello shop online Tonelli Home.

Per vasi, clessidre e molti altri articoli che presentano miscele uniche di colori, all’insegna della tecnica e della raffinatezza più pregevoli. Piccoli capolavori capaci di arredare in maniera unica lo spazio, portando un gusto inconfondibile e originale.

Inoltre, è possibile ordinare tutti gli articoli a catalogo, accedendo alle proposte più interessanti del brand. La storia di Venini non si ferma: continua da Tonelli.